Nel 1878, una nave insolita passò dal Baltico al Mar Caspio attraverso una complessa e lunga via di acque interne costituita della rete di canali d’acqua Mariinsky (ora nota come canali Volga-Baltico), dai laghi Ladoga e Onega e dallo stesso fiume Volga. L’unità, denominata Zoroastro (in russo: Зороастр), in onore del filosofo iraniano Zarathustra, le cui tesi erano molto popolari tra gli europei dell’epoca, era una nave cisterna con motrice a vapore, costruita in Svezia per conto della compagnia petrolifera Branobel dei fratelli Nobel.
Si trattava della prima unità per il trasporto di prodotti pentroliferi dotata di propulsione propria. Prima di allora il trasporto avveniva con chiatte rimorchiate per le acque interne e sul mare con navi a vela. I prodotti erano messi in barili in metallo o più spesso in legno. Un passo successivo fu quello di impiegare serbatoi metallici adattati alle stive della nave che però imponevano fasi di montaggio e smontaggio.
Il Zoroastro, che pertanto può considerarsi la prima petroliera (oil tanker in ingl.) dotata di una propria autonoma propulsione, era una nave necessariamente piccola per poter navigare in acque interne, transitando per le numerose chiuse dei canali, lunga 56 m, larga 8, e con 2,7 m di pescaggio, per una capacità totale di carico di circa 245 t. Lo scafo in acciaio era composto di otto cisterne in acciaio collegate da tubi, poste a proravia e a poppavia della sala macchine, situata a mezza nave. Un sistema di 21 compartimenti verticali garantiva lo stagno e la stabilità.
Dopo Zoroastro, la Branobel ordinò altre due navi più grandi, Buddha e Nordenskiöld, che per le loro dimensioni furono impiegate sul Mar Caspio, tra Astrakhan e Baku più a sud. Anch’esse costruite in Svezia, furono realizzate in tre sezioni per essere trasportate su pontoni fino ad Astrakhan dove vennero assemblate.
Successivamente e per molto tempo Zoroastro fu impiegata nel trasporto di cherosene da Baku a Tsaritsyn (ora Volgograd) e Astrakhan per poi terminare il servizio nel 1949 quando, insieme ad altre sei navi dismesse, fu riempita di cemento e allagata per permettere la costruzione della prima isola artificiale della storia, la Oil Rocks, per fini estrattivi.