In tale secondo metodo cartografico la sfera terrestre, rispetto alla prima proiezione, viene ruotata intorno all’asse est-ovest, spostando lo sguardo dal parallelo di Rodi (36° di latitudine nord) a quello del tropico del Cancro (a 23°30′ nord ) con la città di Siene, l’odierna Assuan, che si viene così a trovare al centro dell’ecumene. In questo modo il circolo dell’equatore è visto iniziare in corrispondenza dell’orizzontale condotta nel punto di incrocio tra il meridiano centrale e il parallelo di Siene.
L’intera costruzione dell’ecumene giace in un rettangolo largo 180 unità (metà sfera) ed alto 90, venendosi a trovare tra il parallelo passante per anti-Meroë e quello per Thule. Con semplice costruzione grafica si ricava il centro da cui poter tracciare gli archi di cerchio dell’equatore e dei paralleli passanti per Thule, Siene e anti-Meroë.
Tolomeo poi procede nell’esposizione (nell’opera Geographia non vi sono parti grafiche, ma solo descrizione dei metodi di costruzione) suddividendo l’arco equatoriale in 18 parti uguali di 5° ognuna, per ciascuna metà, a destra e a sinistra, rispetto al meridiano centrale (5×18 = 90°).
Vengono poi suddivisi anche gli altri paralleli nello stesso numero di parti ma di valore legato alla latitudine corrispondente (5xcos(ϕ)).
Per il resto della disegnazione, che comprende la costruzione dei meridiani tracciati anch’essi come archi di cerchio, a differenza della prima proiezione, si rimanda a un video del Museo Galileo di Firenze che permette di comprendere agevolmente il procedimento grafico complessivo.