Þrídrangaviti, in lingua islandese, è probabilmente il faro più isolato al mondo, arroccato in cima a un pilastro roccioso di origine vulcanica, sotto cui imperversano le selvagge e fredde onde del Nord dell’Oceano Atlantico.
Situato a 8 miglia dalla costa meridionale dell’Islanda, nella posizione 63° 29.3´ N – 20° 30.8´ O, sulla più alta di tre rocce (in realtà sono quattro ma una non è mai stata denominata), tale è il significato del nome, fu eretto nel 1939 dopo che un gruppo di esperti scalatori (un’attività tipica islandese è quella di raccogliere le uova sulle alte scogliere marine) aveva creato un percorso di salita per operai, materiali ed attrezzi.
Considerando le tecnologie dell’epoca l’impresa ha dell’incredibile e bisognerà attendere molti anni per accedervi con l’elicottero, che comunque rimane un’operazione delicata date le condizioni climatiche. Più che le parole sono le foto che danno un’idea di un luogo così impervio.
Il faro, uno dei 180 presenti lungo le coste dell’Islanda, è ancora attivo, identificato da codice L4802, con la lanterna posta a 34 m sul livello del mare e una caratteristica luminosa indicata sulle carte come segnale morse, lettera N a luce bianca con periodo di 30 s e portata di 9 miglia.
L’ultimo intervento di manutenzione risale al luglio del 2015 durante il quale gli operai, giunti in elicottero, rimasero un giorno e una notte riferendo poi di aver notato in mare il nuoto di orche marine.