Kon-Tiki, antica denominazione Inca del dio della pioggia, fu il nome della zattera e della spedizione condotta dall’esploratore e scrittore norvegese Thor Heyerdahl (1914–2002) nel 1947 nell’Oceano Pacifico, dal Perù alle isole della Polinesia, allo scopo di dimostrare che la colonizzazione di quelle isole poteva essere avvenuta, in epoca precolombiana, da parte di popolazioni del Sud America. La zattera fu costruita in Perù con tronchi di balsa tenuti insieme da robuste cime di canapa secondo i metodi costruttivi descritti dai colonizzatori spagnoli. Kon-Tiki salpò dal porto di Callao il 28 aprile 1947 con a bordo Heyerdahl e cinque compagni di viaggio. Dopo 101 giorni di navigazione fecero naufragio sulla barriera corallina di Raroia nell’arcipelago delle Isole Tuamotu.
Heyerdahl descrisse l’impresa in un libro che ebbe un notevole successo e realizzò un’opera con i filmati effettuati durante il viaggio ottenendo nel 1952 l’Oscar per il miglior documentario.
Nel corso della navigazione furono mantenuti regolari contatti radio (codice stazione Li2B) per mezzo di tre apparecchi radiotrasmittenti a tenuta d’acqua, alimentati da una batteria che veniva ricaricata con generatore a manovella. Delle tre radio due operavano nelle bande HF e l’altra in VHF. Erano radio voluminose con tecnologia a valvole termoioniche e una emissione in antenna di appena 10 Watt.
Il Kon-Tiki originario, restaurato dopo il naufragio, è in esposizione al Kon-Tiki Museum di Oslo.