La vita e la cultura degli abitanti dell’antico Egitto furono profondamente influenzate dal fiume Nilo, un valido contributo alle consistenti risorse di grano ed orzo che si coltivavano lungo le terre circostanti il suo percorso.
I contadini impararono a sfruttare le periodiche piene del fiume che al suo ritiro lasciava un fertilissimo strato di fango distribuito da opportuni sistemi di irrigazione. Se lungo il Nilo le aree erano ben coltivate oltre regnava il deserto tanto che gli spostamenti e gli scambi commerciali avvenivano principalmente lungo il fiume che aveva così anche il ruolo di unione delle varie comunità, dapprima nei due regni dell’Alto e Basso Egitto, poi, intorno al 2800 a.C., in un unico Regno noto come I Dinastia.
Oltre alla navigazione lungo questa importante via d’acqua gli Egizi si spinsero a nord nel Mediterraneo fino a Cipro, Creta e soprattutto Siria per approvvigionarsi di legno buono e duro adatto alla costruzione di navi in sostituzione delle prime imbarcazioni ricavate dalle canne di fiume e verso sud sul Mar Rosso per acquistare principalmente incenso, un prodotto largamente bruciato sugli altari d’Egitto ed impiegato dalle classi più ricche per ungere i morti.
Si racconta che venivano organizzate spedizioni a Punt, la misteriosa “terra di dio” un lontano paese meridionale non ben noto nemmeno agli Egizi, per acquistare mirra, animali selvatici vivi e morti, legni pregiati, avario e leghe di oro e argento. Probabilmente verso il 2500 a.C. una grande flotta fu inviata lì dal faraone Sahure per ritornare con un consistente e vario carico.
Un cenno al paese di Punt si ritrova in un papiro databile tra il 2040 e il 1782 a.C. (XI-XIII dinastia) noto come il Racconto del naufrago, una storia fantastica in cui Punt è presentato come un’isola ricca di mirra il cui sovrano è un serpente con una lunga barba. Un racconto fantastico ha quasi sempre un legame con la realtà: l’isola potrebbe essere Socotra sull’oceano a 400 km dalla costa meridionale dello Yemen. Per un approfondimento sul racconto, con una valida osservazione conclusiva, si rimanda all’articolo Il racconto del naufrago, una storia di 4000 anni fa raccontata dall’ammiraglio Andrea Mucedola su ocean4future.com
Intanto nella XII dinastia, ad opera del faraone Sestrorsis venne realizzato il primo canale navigabile che univa la parte orientale del delta con il Mar Rosso allo scopo di facilitare le importazioni di rame e pietra dal Sinai.
Nel XVIII sec. a.C. (XIII dinastia) l’Egitto fu interessato da lotte intestine che favorirono la penetrazione di un’etnia proveniente dall’est, gli Hyksos dotati di cavalli, fino ad allora sconosciuti in Egitto, un valido strumento nei combattimenti. Dopo circa un secolo saranno cacciati dal faraone Ahmose I che apre la XVIII dinastia dando inizio ad uno dei periodi più floridi della storia dell’Egitto. Dei vari esponenti di tale dinastia un posto particolare lo ebbe la sovrana Hatshepsut considerata dagli studiosi uno dei migliori faraoni della storia egizia. Nel corso del suo regno durato 22 anni fece realizzare e ripristinare centinaia di edifici in tutto l’Egitto tra cui il Tempio funerario di Deir el-Bahari sulla riva occidentale del Nilo, di fronte Tebe, oggi Luxor. Il tempio, dedicato al dio Amon-Ra, per le sue funzioni equiparabile a Zeus, è un complesso funerario di tre faraoni tra cui Hatshepsut.
Ed è proprio dalle iscrizioni trovate su una parete del portico della seconda terrazza del tempio funerario della regina che gli archeologi sono risaliti alla storia di una spedizione alla Terra di Punt organizzata per procurare alberi di mirra da piantare nel tempio in onore di Amon-Ra.
Nel nono anno del regno di Hatshepsut (intorno al 1490 a.C.) una flotta di navi (probabilmente salpata dall’antico porto di Wadi Gawasis, alla foce dell’omonimo fiume sulla costa del Mar Rosso) giunse a Punt dove la delegazione egiziana incontrò il sovrano Perehu e la corpulenta consorte Eti a cui furono dati in dono prodotti provenienti dall’Egitto. In cambio sulle navi furono caricati alberi di mirra, legni pregiati, scimmie ed altre inusuali mercanzie.
Poichè le spedizioni lungo il mar Rosso avevano come principale scpo l’approvvigionamento di incensi, principalmente mirra e franchincenso, è possibile che il termine Terra di Punt indicasse indistintamente l’Eritrea, la Somalia o lo Yemen, unici luoghi di raccolta di quelle resine.
Per maggiori dettagli si suggerisce la lettura dell’articolo Il Portico di Punt in cui Luisa Bovitutti fa una sintesi delle conoscenze attuali sull’argomento. Il nostro scopo invece è quello di segnalare che le iscrizioni del Tempio di Deir el-Bahari rappresentano a tutti gli effetti il primo documento di un viaggio di scoperta giunto fino a noi.
Nota: la pronuncia dei nomi dell’antico Egitto è convenzionale non conoscendo le regole fonetiche del linguaggio vocale