testi di arte navale

Alfredo Baistrocchi e il suo Elementi di Arte Navale

Elementi di arte Navale di Baistrocchi Alfredo (1875-1954). Entrato in marina giovanissimo, partecipò a numerose operazioni militari assumendo ben presto il comando di unità navali in cui dimostrò doti di stratega e di diplomazia. Fu per tale ultima qualità che la marina lo scelse come rappresentante negli incontri internazionali tra cui la conferenza sul Regolamento per la protezione dei traffici marittimi che si svolse a Corfù nel maggio del 1917, durante la quale fu adottata la tattica dei convogli navali per contrastare la minaccia subacquea degli U-Boot tedeschi che avevano fino ad allora procurate alte perdite all’Intesa. Grazie all’esperienza di Baistrocchi, molto apprezzata dall’ammiraglio francese Froget, noto esperto in arte navale del tempo, l’Italia fu in grado di proteggere il naviglio mercantile, evitando così un maggiore razionamento delle materie prime e dei prodotti di prima necessità che avrebbe sicuramente cambiato le sorti della Grande Guerra. Sulle vicende della difesa dei traffici durante la prima guerra mondiale Baistrocchi stesso scrisse un volume: Un periodo della grande insidia (Tripoli 1920).

Baistrocchi è comunque conosciuto anche e forse di più, per la sua intensa attività didattica avendo insegnato a più riprese presso l’Accademia navale di Livorno, e come autore di due trattati ad uso dei giovani ufficiali sull’attrezzatura e sull’arte navale: Elementi di attrezzatura e manovra navale, Livorno 1907; Elementi di arte navale, 1921; (3 ediz. 1934, con prefaz. dell’ammiraglio Thaon di Revel), adottati anche nelle accademie e nelle scuole di marina della Spagna e dell’America meridionale.

Lasciata la marina nel 1928, con il grado di ammiraglio, Baistrocchi nel 1935 fu presidente del Registro italiano navale e aeronautico, favorendo la collaborazione tra gli Stati nel campo della sicurezza in mare. Nel maggio del 1939, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, un congresso riunì a Roma i delegati degli otto registri navali operanti nel mondo, i quali raggiunsero importanti intese di collaborazione tecnica internazionale per accrescere la sicurezza della vita umana in mare che sarebbero state riprese dopo il conflitto.

Scaricabile dal nostro sito un Estratto del volume.

Arte Marinaresca – 1883 di F. Grenet

Nel rigging, come sappiamo, si fa uso abitualmente di sistemi funicolari realizzati con bozzelli di vario tipo, con stroppi, rinvii, ecc. per cui è necessario avere dimestichezza con quei pochi elementi tecnici che permettono di ottenere soluzioni sicure ed efficienti.

Una delle cose da sapere nella pratica di bordo è quella di determinare con rapidità, semplicità e ampio margine di sicurezza, la forza da applicare al tirante di un sistema funicolare per esercitare una trazione o per sollevare un carico. Tra le espressioni utilizzabili vi sono le cosiddette formule di Grenet, già in uso nella marineria a vela. Ma chi era costui?

Francesco Enrico Grenet (1846-1915), napoletano di origine francese, entrò giovanissimo in marina divenendo a soli vent’anni capitano di vascello e dopo l’unità d’Italia rivestì il compito di addetto navale a Londra, successivamente fu a capo del regio arsenale di Napoli, quindi comandante delle forze navali del Mediterraneo e infine membro del Consiglio superiore di marina.

Una ricca carriera durante la quale ebbe l’occasione di arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale confrontandosi con le esperienze di altre marine. Il manuale di Grenet, come egli stesso riferisce nell’introduzione, è tratto in buona parte (soprattutto i disegni) da un testo di Sir George Nares (1831-1915), rivolto alla formazione di giovani ufficiali della Royal Navy, The Naval Cadet’s Guide, noto anche come Seamanship, un testo che fu ristampato per diversi anni. Dall’Arte Navale di Grenet, pubblicato nel 1883, abbiamo estratto due parti, il Capitolo sui Sistemi funicolari e una parte riguardante gli alberi.

L’Armata Navale di Pantero Pantera

Pantero Pantera, nato a Como nel 1568, entrò giovanissimo nella flotta pontificia divenendo ben presto comandante di una galera, il Santa Lucia con cui svolse attività di pattugliamento contro le incursioni dei pirati nel Mediterraneo.

Ancora al servizio del Papato iniziò a scrivere un’opera sull’arte militare marittima, che sarà completata nel 1613 e stampata l’anno successivo, “L’armata navale“, che rappresenta il primo trattato italiano dedicato interamente alla guerra sul mare. Si divide in due parti: nella prima, oltre ad analizzare un’armata da guerra, passa in rassegna i navigli di uso corrente e analizza aspetti storici utilizzando le fonti di numerosi personaggi del mondo classico, da Aristotele a Plinio, Plutarco, Tacito. Nella seconda parte l’autore espone aspetti di manutenzione delle navi, di tattica e di strategia navale. Il testo si conclude con un Vocabolario nautico (scaricabile dal nostro sito), in cui si trovano per la prima volta insieme i termini del volgare italiano legati all’arte navale. Concluderà la sua vita sul lago di Como nel 1625.

Manuale di Guarnitura, per allievi nautici di inizio ‘800

Manuale di Guarnitura (oggi diremmo di rigging) compilato nella prima metà dell’800. Il testo è la traduzione italiana di un manuale francese, rivolto agli allievi di Marina militare, contenente informazioni dimensionali di alberi, manovre e vele. Scaricabile gratuitamente dal vasto archivio di libri del portale della Google .

Mast and Sail in Europe and Asia – 1906

William Henry Smyth (1788 – 1865), ammiraglio della Royal Navy, durante le guerre napoleoniche (all’incirca neila prima decade dell’800) prestò servizio nel Mediterraneo e mentre si occupava ufficialmente di idrografia e cartografia trovò interessante riportare sotto forma di schizzi diversi bastimenti che solcavano quel mare. Ritiratosi dalla marina si dedicò all’osservazione astronomica catalogando più di 1500 nuovi oggetti celesti.

Successivamente un suo pronipote, Herbert Warington Smyth (1867 – 1943) inserì quei disegni in un suo testo sui velieri dell’Europa e dell’Asia (Warington, in qualità di funzionario del Governo inglese, aveva trascorso alcuni anni in estremo oriente): Mast and Sail in Europe and Asia pubblicato nel 1906, di cui riportiamo lo stralcio relativo all’area italiana. Il testo sarà rieditato nel 1929.

REGIO DECRETO 1080/1872

Nel 1865, a 4 anni dalla nascita formale del Regno d’Italia, venne emanato, nell’ambito dell’unificazione legislativa per i territori del Regno d’Italia, il primo Codice per la marina mercantile valido per tutto il territorio nazionale, in cui venivano indicate le norme giuridico amministrative gestite da un nuovo ed unico corpo, quello delle Capitanerie di Porto presenti sui litorali e sulle acque interne dello Stato.

Successivamente, nel 1872, venne emanato uno specifico Decreto di classificazione delle varie tipologie di unità a vela, a vapore e a remi in servizio nella marina mercantile per fini tributari e gestionali, dagli oneri portuali e doganali, alla composizione degli equipaggi, dalle dotazioni di bordo, ai requisiti professionali degli ufficiali, ognuno dei quali assume una diversa importanza secondo il tipo di bastimento, l’armo e le dimensioni.

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